ECCE HOMO
Stondato a viva forza nel presepe
Delle mie ossa; ben lavorato
Al fegato dagli eoli, dagli olii
Tuoi, sacramentali;
Uscivo dalle gabbie come uno spettro
Di luce
Ricamata dal dolore, e mi tirava
Fuori lo stringato
Cappio di resurrezione, incontro a un uomo
Che restava sempre un passo avanti a me.
“Io sono l’uomo
Come lo vorrai.
Nel corpo in cui mi sdraio io sono l’io
Che sei te.
Sono morto se tu sei morto.
Sono storpio se strascichi il tuo corpo.
Sono il risorto se tu sei sovrano.
Sono lo sguardo che tu mi dai,
E vengo come un dentino
Sveglia di notte il primo nato
E gli fa male”. |